OUT THERE

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viaggio, outdoor, filosofia

Un blog che è dedicato alla vita “out there” non poteva omettere un argomento che, da sempre, affascina il genere umano. Parliamo dello spazio cosmico, l’ambiente che si apre sull’infinito, nientemeno. E che l’uomo è riuscito a sfidare, uscendo dalla pelle di latta di una capsula per galleggiare nel vuoto. Nel film ‘2001, Odissea nello Spazio’ di Stanley Kubrick, abbiamo assistito alla scena drammatica di un astronauta che, sganciato dalla sua astronave, si perde nello spazio.

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Un’ipotesi per ora scongiurata dalla realtà, dove tutte le attività svolte in EVA (extra vehicular activity) non hanno causato incidenti e anzi, hanno permesso agli astronauti di svolgere complesse operazioni come la riparazione dell’Hubble Space Telescope o la costruzione della piattaforma permanente Freedom.

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Sul nostro pianeta la vita all’aperto è una condizione ancestrale, di esposizione e contatto con gli elementi. L’uomo, nel corso della sua evoluzione, s’è costruito via via ripari sempre più complessi per proteggersi dagli elementi e dai pericoli, e così hanno fatto molti animali e altre forme di vita elementare. L’idea di casa – sia essa nido, tana, guscio o conchiglia – parte sempre dalla necessità di proteggersi e ripararsi.

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Mentre sulla Terra l’ambiente aperto è per l’uomo il luogo ideale dove svolgere qualsiasi attività, godendo dell’intenso scambio con la natura che lo circonda e di cui fa parte, la vita all’aperto nello spazio cosmico rappresenta in assoluto il più inospitale degli habitat. Le temperature oscillano tra centinaia di gradi sopra e sotto lo zero. Il vuoto è percorso da micro-meteoriti di piccolissime dimensioni che però viaggiano a velocità molto elevate, e che sono in grado di arrecare gravi danni all’incolumità di un astronauta.

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La tecnologia ha studiato tute multi-strato fatte di materiali speciali come kevlar e fibre sintetiche tessute ad alta densità, in grado di assorbire questi attacchi. Ma si tratta di fragili espedienti. I materiali sono sostituiti spesso proprio a causa di questa usura. Stazioni orbitanti permanenti e astronavi sono costantemente sotto manutenzione per fronteggiare l’incessante bombardamento di polveri cosmiche. In ogni caso non sarà mai possibile per l’Uomo vivere a lungo nello spazio ‘out there’.

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Abbiamo pubblicato alcune immagini e questo testo come spunto di riflessione. Il nostro pianeta è un ecosistema meraviglioso, protetto da una sottile pelle trasparente, e riparato da un campo magnetico che agisce come scudo contro le radiazioni solari più nocive. Vivere fuori, all’aria aperta, sotto la pioggia, il sole, le stelle, o anche sotto una silenziosa nevicata, è tutto quel che rende la nostra esistenza veramente preziosa e degna di essere goduta fino in fondo.

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