La Natura è fuori da quando l’Uomo le ha contrapposto un dentro. Espressioni come ‘uscire’, ‘andar fuori’ o ‘vivere all’aperto’ sono di uso comune, eppure sottolineano una cesura importante nella storia dell’Uomo, e cioè da quando egli ha iniziato a separarsi dal suo habitat costruendo recinti e pareti intorno a sé. Questa fase ha segnato un passaggio fondamentale nell’evoluzione, in quanto Uomo e Natura si sono trovati per la prima volta in antitesi, e non più indistinti come ‘la stessa cosa’. E’ stata questa drammatica, irreversibile mossa a determinare tutto il resto: la nascita del pensiero astratto e, con esso, vita sociale, arte, cultura, burocrazia, religione, e una logica di accumulo di cibo e ricchezze che hanno accelerato il distacco e lo straniamento della nostra anima. Pronunciamo parole per descrivere il mondo ma non facciamo altro che creare metafore – quindi altri muri – che ci separano dalla realtà non descritta, primitiva, ancestrtale. Le parole, prima o poi, si dissolveranno nel mare magnum delle cose create, e tutto tornerà ad esistere nel mistero della Natura senza nome.